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venerdì 21 gennaio 2011

PILI: STOP ALL’EOLICO SELVAGGIO E SPECULATIVO

RISOLUZIONE DEL DEPUTATO SARDO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Subito nuove regole per evitare l’assalto
“ Un intervento deciso e senza  tentennamenti dello Stato, subito nuove regole per bloccare devastazione ambientale e speculazione a seguito dell’invasione eolica”. Lo chiede il deputato sardo Mauro Pili in una risoluzione presentata alla Camera dei Deputati con numerosi adesioni anche di altri gruppi parlamentari per fermare l’invasione eolica in tutta Italia.
“Uno Stato attento alla propria qualità paesaggistica – sostiene PILI - non può eludere un problema sempre più grave relativo all’impatto paesaggistico di una speculazione eolica sempre più consistente che avanza in tutte le regioni italiane con particolare riferimento a quelle del sud. Per questo motivo – scrive Pili nell’articolata risoluzione – vanno subito messe in campo nuove regole sia per l’impatto paesaggistico ambientale sia per quanto riguarda la politica di incentivi che risulta abnorme sia sul piano economico sia per il costo che devono sopportare i cittadini nelle proprie bollette”.
La logica perversa dei certificati verdi – ribadisce Pili - da una parte devasta l’ambiente e il paesaggio con una escalation impressionante e dall’altra produce un esborso attraverso la bolletta dell’energia elettrica sempre più insostenibile”.
In tutta Italia – sottolinea Pili  - gli aspetti speculativi hanno favorito l’interesse della criminalità organizzata nei riguardi degli impianti eolici di grossa potenza creando un pericolo rilevante su infiltrazioni in regioni sino ad oggi estranee a questi fenomeni.
“La persistente crescita dell’invasione eolica – sostiene Pili nella risoluzione parlamentare – ha provocato una situazione insostenibile anche sul piano della valutazione dei costi ricavi dell’operazione. Infatti, nonostante il tumultuoso sviluppo, il peso dell’eolico rispetto ai consumi rappresenta oggi un contributo al bilancio energetico pari al 5,2% dei consumi finali di energia prodotta da fonti rinnovabili e allo 0,38% del complesso dei consumi energetici”.
Nella risoluzione anche una parte riguardante la Sardegna con particolare riferimento all’eolico off shore. “ Il governo – sostiene Pili deve adottare un   provvedimento per il blocco definitivo delle procedure relative alla realizzazione di impianti eolici off shore nelle coste della Sardegna sia per per l'impatto devastante che avrebbero sul paesaggio sia per il rispetto delle prerogative sancite dallo Statuto Autonomo della Sardegna in materia di paesaggio;
Per quanto riguarda l’invasione eolica terrestre Pili nella risoluzione indica tutta una serie di vincoli e soprattutto chiama in causa direttamente le Soprintendenze al fine di porre al centro delle valutazioni proprio l’analisi di impatto paesaggistico ambientale.
Queste in sintesi le azioni che la risoluzione indica per l’azione del governo:
verificare, a partire dal gennaio 2011, lo stato del processo di recepimento, da parte delle regioni, delle indicazioni contenute nelle Linee guida per l'approvazione dei progetti da fonti rinnovabili;
modificare il livello di incentivazione degli impianti eolici industriali e degli impianti fotovoltaici a terra, riportandoli alla media dell’incentivazione prevista a livello comunitario al fine di smorzare le evidenti tensioni speculative in atto e l’interesse della criminalità organizzata su tali preziose fonti energetiche, che si stanno esplicitando in danno del territorio, secondo quanto descritto in premessa;
riferire al Parlamento sul fenomeno della infiltrazione delle organizzazioni criminali nel complessivo settore delle energie rinnovabili, sui danni ambientali e territoriali da esse prodotti e sulle strategie di contrasto poste in essere;
introdurre disposizioni che rafforzino la tutela del paesaggio e la conseguente azione del Ministero per i beni e le attività culturali rispetto a qualsiasi altro genere di obiettivo o interesse contrapposto;

adottare con urgenza un provvedimento di blocco definitivo degli insediamenti eolici che dovessero in ambito paesaggistico alterare la qualità del paesaggio stesso affidando il compito della valutazione alle Soprintendenze;
adottare un provvedimento per un blocco definitivo delle procedure relative alla realizzazione di impianti eolici off shore nelle coste della Sardegna sia per per l'impatto devsstante che avrebbero sul paesaggio sia per il ripsetto delle prerogative sancite dallo Statuto Autonomo della Sardegna;
introdurre disposizioni che non consentano la possibilità automatica di realizzare gli impianti eolici e fotovoltaici in zone con presenza di insediamenti boschivi, colturali o zootecnici attivi, in particolare se pregiati;
introdurre disposizioni che consentano la valutazione dei possibili danni derivanti alle attività turistico o ad altre attività produttive, dall'installazione e l'esercizio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, prevedendo che la loro individuazione sia opponibile in sede giudiziaria e valutabile in sede amministrativa ai fini della concessione del permesso di realizzare o in sede civile mediante azioni di ristoro dei danni;
introdurre disposizioni volte a fissare a livello nazionale le distanze minime non derogabili da strade e abitazioni, secondo il principio di precauzione, sia in termini di incidenti che di tutela della salute pubblica;
assumere iniziative normative per la valutazione degli impianti eolici off-shore, in modo da chiarire le aree non idonee per motivi ambientali, paesaggistici, trasportistici, e a definire procedure di valutazione complessiva e integrata,  nel caso di presenza di diversi progetti presentati entro una distanza prefissata, nonché procedure di valutazione comparativa nel caso di istanze presentate sulla stessa area, privilegiando le società che offrono maggiori garanzie finanziarie;
avviare, per il tramite del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il monitoraggio, la valutazione di impatto sull'avifauna degli impianti eolici industriali e non, in particolare su migratori, rapaci e chirotteri, tenendo conto dei numerosi studi già disponibili, al fine e organizzare una banca dati dei risultati, valutare l’attualità e le dimensioni del danno ed introdurre gli opportuni divieti in sede di revisione delle Linee guida;

individuare una soglia di competitività in assenza di incentivi per gli impianti eolici, peraltro da aggiornare secondo i miglioramenti tecnologici, quale discriminante tra interventi efficienti ed interventi speculativi, anche al fine di evitare l’abbandono degli impianti sul territorio al termine del periodo incentivato, tenendo conto del fatto che, secondo gli studi esaminati dalla VIII Commissione, essa si fisserebbe attorno alle 1600 ore di vento utile l’anno;
valutare la congruità dell'attribuzione di opere di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti di cui all'articolo, 12 comma 1, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, in favore degli impianti eolici e fotovoltaici industriali realizzati da privati, considerato l'impatto sul territorio e sul paesaggio, sopprimendo la possibilità prevista per i soggetti economici privati di espropriare i terreni sui quali intendano realizzare gli impianti;
avviare il procedimento di modifica delle Linee guida nel senso di:
a) ampliare le aree non idonee alla realizzazione di impianti industriali di produzione di elettricità da fonte eolica, includendovi i Parchi nazionali e le aree protette comunque definite a diretta responsabilità statale;
b) considerare i criteri di buona progettazione, minor consumo di territorio e riutilizzo di aree degradate peraltro già considerati dalle attuali Linee Guida, quali elementi utili alla valutazione favorevole del progetto;
c) assicurare la partecipazione di tutti i soggetti economici e giuridici e degli enti territoriali interessati alle Conferenze di servizi, oltre che, in qualità di osservatori, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste riconosciute e dei comitati di cittadini allo scopo costituiti, che ne facciano richiesta al soggetto titolare del procedimento, nonché modalità di accesso e di divulgazione al pubblico, privilegiando i canali informatici, dei contenuti progettuali ma anche e soprattutto dei provvedimenti dirigenziali regionali, secondo criteri di massima trasparenza e completezza;
d) prevedere l’obbligo della stipula di adeguate fideiussioni per la dismissione degli impianti eolici alla fine del ciclo di vita;

a valutare la congruità e la la conseguente esclusione della presenza dell’Associazione nazionale industriali del vento (ANEV), tra le associazioni ambientali riconosciute;
a valutare infine la possibilità di attuare il Piano di azione nazionale (PAN) per le energie rinnovabili mediante una strategia volta a favorire la micro generazione diffusa ambito eolico e solare, in considerazione dei bassi impatti sul territorio e della capacità di sviluppare una forte occupazione duratura e localizzata;